Errori comuni negli XML ai sensi di Sanità Trasparente — e come evitarli
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May Khan guida il team Compliance Services di Vector Health, società SaaS specializzata nella compliance per il settore life sciences. La sua esperienza include il reporting sulla trasparenza a livello globale, la strategia legata al Sunshine Act e il monitoraggio dei rischi relativi agli HCP. In Vector coordina team interfunzionali dedicati all’integrità dei dati, al servizio clienti e all’allineamento normativo.
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Dai un’occhiata alla nostra sezione Domande Frequenti per risposte chiare su scadenze, obblighi e strategie.
Se l’idea di cliccare su “invia” per il vostro file XML di Sanità Trasparente vi mette in ansia, non siete soli. Molti team di compliance nel settore delle life sciences stanno scoprendo quanto il sistema possa essere rigoroso quando si tratta di accuratezza dell’XML. Un tag mancante, un codice di provincia errato o persino un singolo spazio in più nel nome del file possono portare al rigetto dell’intera trasmissione.
Il Registro Pubblico Telematico della Trasparenza non è una piattaforma di reporting come le altre. È un vero e proprio gatekeeper automatizzato, che applica oltre una dozzina di livelli di validazione tecnica e logica prima di accettare anche un solo record. Comprendere cosa genera i rigetti può farvi risparmiare giorni di rilavorazione e mantenere il vostro reporting di trasparenza nei tempi previsti.
1. Le basi: tempistiche e struttura del file
Ogni trasmissione prevista dalla normativa italiana sulla trasparenza segue un calendario e una struttura estremamente rigidi.
- Sezione A (pagamenti, trasferimenti di valore, accordi e convenzioni) deve essere trasmessa entro il semestre successivo al periodo di riferimento.
- Sezione B (interessi finanziari come azioni, obbligazioni o royalties) deve essere presentata entro il 31 gennaio dell’anno successivo.
Il mancato rispetto di queste scadenze comporta il rigetto automatico dell’XML con un codice di errore, anche se tutti i campi sono tecnicamente corretti. Per i team di compliance che gestiscono più affiliate o dati di spesa transfrontalieri, la perdita delle finestre temporali rappresenta uno degli errori più costosi.
Ogni file XML deve inoltre rispettare la convenzione ufficiale di denominazione. L’assenza del numero di semestre o l’utilizzo di un’etichetta errata rendono immediatamente invalido il caricamento.
2. La precisione è fondamentale: campi obbligatori e regole di validazione
Il sistema del Ministero verifica ogni invio rispetto allo schema XSD ufficiale. Ciò significa che ciascun elemento XML deve comparire esattamente nella posizione prevista. Anche minimi errori di formattazione possono determinare il rigetto completo del file, poiché un singolo record non valido è sufficiente a far fallire l’intero flusso.
Tra gli errori di validazione più frequenti rientrano:
- Identificativi obbligatori mancanti (è necessario indicare almeno la Partita IVA o il Codice Fiscale).
- Incoerenze nei dati di indirizzo, ad esempio CAP non corrispondente a Comune o Provincia.
- Campo “Paese” non impostato su IT per indirizzi legali o professionali.
- Importi monetari non conformi al formato richiesto (punto come separatore decimale, due decimali, nessun separatore delle migliaia).
- Abbinamento errato tra tipo di rapporto e beneficiario, ad esempio l’utilizzo di “Beneficiario” invece di “Controparte” nel caso di una “Convenzione”.
Ognuna di queste anomalie genera uno specifico codice di rigetto — da errori relativi all’assenza dell’elemento persona fino a quelli legati a ruoli non validi.
3. Testare, validare e correggere prima che sia troppo tardi
Il Ministero consente l’invio di trasmissioni di test (TRA e TRB), che dovrebbero essere sempre utilizzate. Questi invii di prova non costituiscono adempimenti ufficiali, ma consentono di individuare problemi semantici o strutturali prima della trasmissione definitiva. I risultati sono visibili anche nella dashboard web di Gestione Accoglienza Flussi, dove è possibile verificare la coerenza logica dell’XML prima dell’invio ufficiale “VRA” o “VRB”.
Anche in presenza di sistemi automatizzati, la revisione umana rimane essenziale. Molte aziende utilizzano esportazioni di sistema che non sono perfettamente allineate allo schema ministeriale. Eseguire una pre-validazione interna rispetto all’XSD ufficiale, utilizzando l’ultima versione disponibile (aprile 2025), è ormai una best practice per tutti i soggetti obbligati.
4. Il quadro generale: la compliance come qualità del dato
Oltre a evitare i rigetti tecnici, XML puliti e conformi stanno diventando un vero indicatore reputazionale. Autorità, giornalisti e cittadini avranno accesso ai dati di trasparenza, il che significa che l’accuratezza non è più solo una questione IT, ma un tema di governance. Le aziende che considerano la qualità dell’XML parte integrante del proprio sistema di compliance — e non un semplice adempimento di back-office — saranno quelle più pronte ad adattarsi man mano che il sistema evolverà.
Pronti a testare i vostri XML?
Se desiderate verificare i vostri sistemi rispetto alle ultime specifiche ministeriali e aiutare il vostro team di compliance a evitare errori di trasmissione costosi prima dell’entrata a regime della normativa, potete richiedere un parere esperto consultando le nostre domande frequenti. Inoltre, per l’implementazione tecnologica e il supporto operativo diretto, consigliamo questi partner, che riteniamo i più qualificati per supportare la compliance con la normativa italiana sulla trasparenza.
Se l’idea di cliccare su “invia” per il vostro file XML di Sanità Trasparente vi mette in ansia, non siete soli. Molti team di compliance nel settore delle life sciences stanno scoprendo quanto il sistema possa essere rigoroso quando si tratta di accuratezza dell’XML. Un tag mancante, un codice di provincia errato o persino un singolo spazio in più nel nome del file possono portare al rigetto dell’intera trasmissione.
Il Registro Pubblico Telematico della Trasparenza non è una piattaforma di reporting come le altre. È un vero e proprio gatekeeper automatizzato, che applica oltre una dozzina di livelli di validazione tecnica e logica prima di accettare anche un solo record. Comprendere cosa genera i rigetti può farvi risparmiare giorni di rilavorazione e mantenere il vostro reporting di trasparenza nei tempi previsti.
1. Le basi: tempistiche e struttura del file
Ogni trasmissione prevista dalla normativa italiana sulla trasparenza segue un calendario e una struttura estremamente rigidi.
- Sezione A (pagamenti, trasferimenti di valore, accordi e convenzioni) deve essere trasmessa entro il semestre successivo al periodo di riferimento.
- Sezione B (interessi finanziari come azioni, obbligazioni o royalties) deve essere presentata entro il 31 gennaio dell’anno successivo.
Il mancato rispetto di queste scadenze comporta il rigetto automatico dell’XML con un codice di errore, anche se tutti i campi sono tecnicamente corretti. Per i team di compliance che gestiscono più affiliate o dati di spesa transfrontalieri, la perdita delle finestre temporali rappresenta uno degli errori più costosi.
Ogni file XML deve inoltre rispettare la convenzione ufficiale di denominazione. L’assenza del numero di semestre o l’utilizzo di un’etichetta errata rendono immediatamente invalido il caricamento.
2. La precisione è fondamentale: campi obbligatori e regole di validazione
Il sistema del Ministero verifica ogni invio rispetto allo schema XSD ufficiale. Ciò significa che ciascun elemento XML deve comparire esattamente nella posizione prevista. Anche minimi errori di formattazione possono determinare il rigetto completo del file, poiché un singolo record non valido è sufficiente a far fallire l’intero flusso.
Tra gli errori di validazione più frequenti rientrano:
- Identificativi obbligatori mancanti (è necessario indicare almeno la Partita IVA o il Codice Fiscale).
- Incoerenze nei dati di indirizzo, ad esempio CAP non corrispondente a Comune o Provincia.
- Campo “Paese” non impostato su IT per indirizzi legali o professionali.
- Importi monetari non conformi al formato richiesto (punto come separatore decimale, due decimali, nessun separatore delle migliaia).
- Abbinamento errato tra tipo di rapporto e beneficiario, ad esempio l’utilizzo di “Beneficiario” invece di “Controparte” nel caso di una “Convenzione”.
Ognuna di queste anomalie genera uno specifico codice di rigetto — da errori relativi all’assenza dell’elemento persona fino a quelli legati a ruoli non validi.
3. Testare, validare e correggere prima che sia troppo tardi
Il Ministero consente l’invio di trasmissioni di test (TRA e TRB), che dovrebbero essere sempre utilizzate. Questi invii di prova non costituiscono adempimenti ufficiali, ma consentono di individuare problemi semantici o strutturali prima della trasmissione definitiva. I risultati sono visibili anche nella dashboard web di Gestione Accoglienza Flussi, dove è possibile verificare la coerenza logica dell’XML prima dell’invio ufficiale “VRA” o “VRB”.
Anche in presenza di sistemi automatizzati, la revisione umana rimane essenziale. Molte aziende utilizzano esportazioni di sistema che non sono perfettamente allineate allo schema ministeriale. Eseguire una pre-validazione interna rispetto all’XSD ufficiale, utilizzando l’ultima versione disponibile (aprile 2025), è ormai una best practice per tutti i soggetti obbligati.
4. Il quadro generale: la compliance come qualità del dato
Oltre a evitare i rigetti tecnici, XML puliti e conformi stanno diventando un vero indicatore reputazionale. Autorità, giornalisti e cittadini avranno accesso ai dati di trasparenza, il che significa che l’accuratezza non è più solo una questione IT, ma un tema di governance. Le aziende che considerano la qualità dell’XML parte integrante del proprio sistema di compliance — e non un semplice adempimento di back-office — saranno quelle più pronte ad adattarsi man mano che il sistema evolverà.
Pronti a testare i vostri XML?
Se desiderate verificare i vostri sistemi rispetto alle ultime specifiche ministeriali e aiutare il vostro team di compliance a evitare errori di trasmissione costosi prima dell’entrata a regime della normativa, potete richiedere un parere esperto consultando le nostre domande frequenti. Inoltre, per l’implementazione tecnologica e il supporto operativo diretto, consigliamo questi partner, che riteniamo i più qualificati per supportare la compliance con la normativa italiana sulla trasparenza.
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May Khan guida il team Compliance Services di Vector Health, società SaaS specializzata nella compliance per il settore life sciences. La sua esperienza include il reporting sulla trasparenza a livello globale, la strategia legata al Sunshine Act e il monitoraggio dei rischi relativi agli HCP. In Vector coordina team interfunzionali dedicati all’integrità dei dati, al servizio clienti e all’allineamento normativo.
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